Entrando nel Palazzo Comunale da via Garibaldi si può notare, murata nella parete di destra, la cosiddetta Tabella delle matrici. La Tabella riporta le forme e le misure dei coppi, dei mattoni e delle pianelle che gli artigiani erano tenuti a rispettare (Guida turistica di Spello, pag. 127). L’esigenza di standardizzazione, quindi, era già sentita in età comunale, anche se ogni borgo faceva storia a se. La Tabella delle matrici di Spello può, a diritto, ritenersi una nobile antenata delle norme ISO.
Archivio mensile:febbraio 2014
I gatti di Spello II
Qui comando io!
Quasi, quasi schiaccio un pisolino.
Ho il pelo lungo, uno di questi giorni vado dal parrucchiere.
Apritemi la porta, fuori fa freddo.
Sono come i camaleonti, riesco a mimetizzarmi fra le pietre del Subasio.
Prima o poi arriverà una gabbianella e mi insegnerà a volare.
Il profumo dei ciclamini mi fa impazzire!
Publio Caprilio
Casa Olorini è l’edificio che chiude a nord via Garibaldi, la parete esterna della casa è impreziosita da una iscrizione funeraria e da un frammento di decorazione lapidea entrambi della fine del I secolo d.C. (Guida turistica di Spello, pag. 150).
Il testo espanso dell’iscrizione è il seguente:
DIS MANIBVS
PUBLIO CAPRILIO
IANVARIO
PVBLIVS VETRONIVS
PRIMVS
IANVARIVS
ET PRIMA
PATRI BENE MERENTI
L’iscrizione racconta la storia Publio Caprilio Ianuario, un uomo comune, nel testo infatti non sono menzionate cariche pubbliche. Publio Caprilio probabilmente era vedovo perché nell’epigrafe sono citati solo i figli, Primo e Prima, che raccomandano ai Mani il loro genitore. Nell’iscrizione compare anche un’altra persona, Publio Vetronio, verosimilmente il tutore di Primo e Prima.
Per approfondimenti si rimanda al sito di William Thayer: http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Umbria/Perugia/Spello/Spello/Roman/inscriptions/Caprilius.html
Di notte
Ehi notte che mi lasci immaginare,
fra buio e luci, quando tutto tace,
i giorni per la quiete e per lottare,
il tempo di tempeste e di bonacce.
Notte tranquilla che mi fai trovare
forse, la pace.
Francesco Guccini