Sono proprio un fiore! Per questo mi tengono in una fioriera.
Archivio mensile:settembre 2014
Collepino
Posto alle pendici del monte Subasio, a circa 600 metri s.l.m., permette di godere di un bel panorama della Valle del Chiona e della Valle Umbra fino a Spoleto. Fondato dai “pastori, coloni e boscaioli della zona”, la costruzione delle mura è collocata tra la fine del XII sec. e gli inizi del XIII sec., ad opera dei monaci dell’abbazia di San Silvestro per fronteggiare il potere ghibellino (Guida turistica di Spello, pag. 412).
Collepino si raggiunge in auto da Spello percorrendo via Subasio oppure via Chiona. I camminatori possono scegliere invece il sentiero che corre a fianco dell’antico acquedotto romano, un percorso in leggera salita che scorre ora tra oliveti ora nel bosco, regalando scorci della valle e delle colline di grande suggestione.
Si accede al borgo attraverso una porta medioevale con arco a sesto acuto. Una volta all’interno il visitatore viene prima accolto dall’acqua zampillante e fresca di una fonte e quindi dalla magia delle stradine e delle scalinate rigorosamente lastricate con la pietra del Subasio.
Una bella nicchia che sembra dire: cercasi artista.
I folletti di Collepino
Una domenica di agosto a Collepino arrivarono i folletti …
… e si mescolarono fra la gente.
Erano tanti …
… ma davvero tanti.
Erano dappertutto …
… ma davvero dappertutto.
Tra loro c’era chi sapeva suonare e raccontare storie …
… organizzarono una festa …
… una bella festa …
… ed il borgo di Collepino, quella domenica, si riempì di colori, di suoni e di allegria.
I folletti, con delle scatole di pizza, con delle palline di argilla, con qualche centimetro di nastro adesivo, portarono il mare a Collepino.
Il rumore del mare fu così convincente e così vero che a Collepino arrivarono i pesci volanti.
Era la prima volta, nessuno aveva mai visto i pesci a Collepino!
COLLEPINO il paese dei folletti
“Laboratori e percorsi del piccolo popolo dei folletti”
è una bella iniziativa – laboratorio per bambini da 3-12 anni organizzata e realizzata da Maria Luisa Morici, Sabina Antonelli e dell’Associazione Onlus “Facciamo Che …”.