Un ricordo dei fraticelli di Norberto?
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Il campanile di Santa Maria Maggiore
Il campanile della chiesa di Santa Maria Maggiore emerge dal profilo di Spello, sia nelle fotografie che nei quadri di Norberto.

Norberto – Da Assisi a Spello (immagine tratta da: http://www.galleriaproietti.com)
Infiorata per papa Francesco
Le persone che lo scorso 4 ottobre sono giunte ad Assisi per seguire la visita di Papa Francesco, hanno potuto apprezzare un grandioso tappeto fiorito realizzato dagli infioratori di Spello e di Cannara sul sagrato della cattedrale di San Ruffino. La prima parte del disegno, realizzata dagli artisti di Spello, ha preso spunto dalla rappresentazione del sogno di Papa Innocenzo III dipinto da Giotto nella Basilica di San Francesco.
Papa Francesco con il cappellino delle infiorate di Spello.
Papa Francesco, sollecitato a camminare sull’infiorata, risponde che lo farà con un piede solo per rispetto al lavoro fatto.
Per loro natura le infiorate sono opere di breve durata, ma grazie ad un cromatismo inimitabile riescono a trasmettere forti emozioni.
Da alcuni anni, sul prato antistante la Basilica di San Francesco è stata installata una intensa scultura raffigurante Francesco a cavallo di ritorno dalla guerra, anche quest’opera realizzata dal maestro Norberto è intimamente legata a Spello.
4 ottobre
Il 4 di ottobre si festeggia san Francesco d’Assisi patrono d’Italia.
Percorrendo le strade di Spello è frequente imbattersi in immagini che ricordano il Santo e le sue azioni.
Il 4 ottobre si ricorda anche Carlo Carretto e quest’anno si celebra il venticinquesimo anniversario della sua morte. Carretto aveva un rapporto particolare con san Francesco e con Spello. Pochi anni prima di morire scrisse un libro su san Francesco, il testo appassionato ed appassionante era accompagnato da coinvolgenti immagini di Norberto.
Della collaborazione con Norberto, Carretto scrive: Come due fratelli, che si capiscono e si amano, abbiamo fissato assieme lo sguardo sul volto di Francesco cercando con la penna ed il pennello di raccontare ciò che il grande santo umbro diceva al nostro cuore.
Carlo Carretto, piemontese, scelse di vivere a Spello per fondare una fraternità. A cominciare dagli anni settanta e per tutti gli anni ottanta, migliaia di giovani provenienti da tutta l’Italia, e non solo, furono accolti in vecchi casolari ed eremi sparsi sulle colline intorno a Spello, che Carlo definiva le colline della Speranza. Giovanna Negrotto Cambiaso, in quegli anni partecipe dell’avventura di Carretto, scrive: … la dolce cittadina antica e raccolta di Spello, aveva cominciato, in quegli anni settanta, a dilatarsi a spazi universali …
Molti giovani di allora legano il ricordo di Spello al tempo trascorso negli eremi sulle colline e alla conoscenza di Carlo Carretto.
Lui, gli ultimi anni, già molto malato, e stanco da non poterne più, continuava a ricevere, a regalare ascolto, tenerezza e dediche che erano spesso “profezie” di una vita … ma prima, li guardava negli occhi, li cercava: “fammi vedere gli occhi”. La persona sorrideva, e la dedica nasceva così, da quell’incontro di occhi. I suoi erano come un lago: erano occhi donati, per questo regalavano la Pace. Giovanna Negrotto Cambiaso